Gestione della crisi e antisommossa

Un carcere è un posto pieno di regole, che servono a far andare le cose nel modo giusto. Ma cosa succede se queste regole vengono infrante e scoppia un problema serio, come una protesta o una rivolta?

Ecco come funziona

1. Prima di Tutto, si Prova a Parlare

La prima cosa che fa la Polizia Penitenziaria non è usare la forza. È parlare.

Se i detenuti protestano, gli agenti e il direttore cercano di capire il perché. Fanno domande, ascoltano e provano a trovare un accordo per risolvere il problema con calma. L'obiettivo è sempre evitare lo scontro. Isolare il problema in una zona e parlare è la prima regola.

2. Se le Parole non Bastano, si Interviene

A volte, parlare non basta. Se la situazione diventa pericolosa per gli agenti, per gli altri detenuti o per la struttura, allora bisogna intervenire.

  • Come si preparano? Gli agenti indossano tute speciali, caschi e scudi. Queste protezioni non servono per fare del male, ma per proteggere loro stessi mentre fanno il loro lavoro.

  • Cosa fanno? La squadra avanza piano, tutti insieme, compatti come un muro. Non corrono all'attacco. Spingono la protesta indietro, un passo alla volta, per riprendere il controllo degli spazi. Usano la forza solo se è necessario per riportare l'ordine.

3. Lo Scopo è Uno Solo: Riportare la Calma

L'obiettivo dell'intervento non è mai punire o fare una battaglia. Lo scopo è solo uno: fermare il caos e riportare la situazione alla normalità, garantendo la sicurezza di tutti.

Questi sono Gli strumenti Per l'antisommossa


Caschi


Scudi 


Maschere antigas


Protezioni per il corpo


Guanti 


Giubbotti antiproiettili


TSO


Ricetrasmittenti 


Guanti